27 luglio 2023
VANTAGGI
RISCHI
EQUITY CROWDFUNDING
GUIDA
INVESTIMENTO
Rispetto ad altre forme di investimento, l’equity crowdfunding ha una serie di vantaggi.
Le partecipazioni societarie (equity) sono la classe di investimento più rischiosa e di conseguenza in grado di offrire nel lungo termine rendimenti molto più elevati, se confrontati con altre classi meno rischiose, come i prestiti obbligazionari, l’acquisto diretto di immobili o l’oro. Nell’equity crowdfunding si può investire in società ancora poco conosciute e con un potenziale di crescita completamente inesplorato. Si stima che l’1% delle startup diventi un “unicorno”, ovvero raggiunga un valore di mercato di 1 miliardo di dollari.
Nei progetti immobiliari si può avere un ottimo rendimento (tra il 10% e il 15%) in tempi molto brevi, anche alla fine di un solo anno!
Queste sono opportunità rese accessibili dal crowdfunding e che fino a poco tempo fa erano alla portata di pochi investitori privati.
Investire in piccole imprese che non hanno accesso ai grandi mercati dei capitali è il modo più concreto di sostenere la loro crescita. Potete dar loro la possibilità di mettersi alla prova e di creare quel prodotto o servizio che secondo voi dovrebbe assolutamente esistere sul mercato. Potete permettere lo sviluppo di una nuova idea che potrebbe cambiare il mondo del domani e contribuire alla crescita dell’economia reale del nostro paese.
Sugli investimenti in crowdfunding non si paga l’imposta di bollo, dello 0,2% sul patrimonio investito come accade sui titoli finanziari.
Inoltre, è possibile detrarre dalle tasse una parte dei propri investimenti in startup o PMI definite “innovative”. Queste società sono iscritte in una sezione speciale del registro delle imprese e saranno chiaramente identificate come tali nelle piattaforme di crowdfunding come Mamacrowd. Detenendo l’investimento per almeno 3 anni potrete recuperare il 30% delle somme investite dall’imposta sui redditi (IRPEF). Questa è una forte forma di incentivo che dà lo Stato per spingere i privati ad investire nell’economia reale: una parte del nostro investimento ci viene rimborsata come sconto sulle imposte che avremmo dovuto pagare.
In alcuni casi è possibile recuperare il 50% delle somme investite, ma solo se l’impresa ottiene una certificazione ministeriale (che attesta che il capitale ottenuto a titolo di agevolazione nell’arco di 3 esercizi finanziari è inferiore a 200.000 € ai sensi del regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione del 18 dicembre 2013 sugli aiuti «de minimis»). tuttavia questa certificazione viene difficilmente ottenuta questa in quanto è un processo piuttosto burocratico e dispendioso.
Gli investimenti in startup e PMI non quotate o le stesse operazioni immobiliari, possono considerarsi decorrelati dagli investimenti tradizionali in azioni o obbligazioni sui mercati finanziari. In questo senso il crowdfunding può considerarsi un ottimo mezzo di diversificazione del proprio portafoglio.
Inoltre, è possibile avere una buona diversificazione anche all’interno del crowdfunding stesso: investendo in startup, PMI e operazioni immobiliari appartenenti a categorie molto diverse tra loro e poi in diverse iniziative e settori all’interno di queste stesse categorie (Approfondiamo l’argomento nella lezione 5).
Le soglie di entrata per accedere alle campagne sono davvero basse, il minimo sono circa €250. Con una piccola cifra è quindi possibile investire in società o in operazioni immobiliari che raccolgono centinaia di migliaia di euro. Questo è un bel vantaggio che per esempio non si ritrova nell’acquisto diretto di immobili o di fondi di investimento.
Il processo di investimento sulle piattaforme di crowdfunding è molto semplificato rispetto ad altre forme di investimento e bastano pochi passaggi online, senza l’intervento di intermediari, banche o notai.
Nell’equity crowdfunding l’investitore non sostiene costi per sottoscrivere l’investimento. La commissione della piattaforma e gli altri costi amministrativi sono a carico della società che richiede finanziamenti.
Come ogni investimento, anche il crowdfunding per dare un rendimento richiede di gestire alcuni rischi.
Diventare socio di un’impresa vuol dire mettere a rischio il proprio capitale. Questo vuol dire che in caso di difficoltà del business i soci possono perdere anche l’intero capitale versato (ma non più di quello). Se l’impresa è una startup o una PMI, il rischio si può considerare ancora più grande rispetto alle grandi imprese quotate in borsa che solitamente producono profitti da molto tempo. Il tasso di fallimento delle startup è molto alto, per questo è fondamentale diversificare i propri investimenti su tante imprese diverse.
Investire in startup o PMI comporta la disponibilità ad attendere diversi anni (di norma non meno di 2-3 anni) prima che si materializzi la possibilità di rientro dell'investimento effettuato (exit), potenzialmente con un profitto (Approfondiamo l’argomento nella lezione 3). Dobbiamo aspettare che la società si quoti in borsa o che venga acquistata. Se vogliamo liquidare la nostra partecipazione societaria prima che si verifichi un evento di questo tipo, dobbiamo trovare autonomamente un compratore e accordarci sul prezzo di vendita. Questo rischio si può gestire investendo soldi che prevediamo non essere necessari nei prossimi anni. Inoltre, possiamo prediligere i progetti che hanno l’opzione di Rubricazione (Approfondiamo l’argomento nella lezione 4), in modo da abbattere i costi di trasferimento della proprietà della quota al compratore.
I progetti immobiliari hanno una maggiore liquidità in quanto già nell’arco di un anno si può rientrare del proprio investimento.
Le informazioni disponibili per valutare un’impresa in un’offerta di equity crowdfunding sono meno dettagliate rispetto a quelle presenti nella documentazione di una società che intende quotarsi in borsa. La verifica di queste informazioni inoltre non è di prassi soggetta a un processo di auditing svolto da professionisti indipendenti. Di conseguenza la valutazione dell’impresa e le stime di crescita prospettiche sono più soggette a margini di errore e potrebbero risultare eccessivamente ottimistiche.
Questa asimmetria informativa tra investitore e l’impresa che richiede investimenti, si può gestire utilizzando piattaforme di crowdfunding che adoperano un rigoroso processo di selezione (come Mamacrowd, leggi spiegazione nei prossimi articoli), esaminando attentamente la documentazione messa a disposizione dalla società e in particolare il business plan, interloquendo direttamente con il management e i soci di riferimento e infine investendo somme adeguate alle proprie possibilità economiche.
L’impresa che richiede capitali in equity crowdfunding non è soggetta a obblighi informativi e alla conseguente vigilanza di enti terzi come la CONSOB e la Banca d’Italia (a differenza di quanto accade per le società quotate nei mercati regolamentati). Di conseguenza può esserci il rischio che l’impresa finanziata si comporti in modo opportunistico e ad esempio utilizzi il capitale diversamente da come ha dichiarato nei suoi piani di business.
Questo rischio si può gestire investendo in imprese i cui progetti sono “validati” e “verificati” nel tempo da investitori istituzionali/professionali come ad esempio fondi di venture capital, business angel o soggetti industriali.
Oppure scopri tutte le lezioni della "Guida definitiva per investire in Equity Crowdfunding".
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