26 maggio 2022
DEMATERIALIZZAZIONE
SPA
BORSA ITALIANA
Oggi parliamo della Dematerializzazione dei titoli di una società. In cosa consiste esattamente? Quali sono i vantaggi per l’azienda e per l’investitore? Scopriamolo insieme.
La dematerializzazione degli strumenti finanziari consiste nella trasformazione di un certificato che prima era cartaceo/fisico in una scrittura contabile all’interno di un registro elettronico, mantenendo la stessa validità.
Questi strumenti sono rappresentati da vere e proprie iscrizioni nei conti di un intermediario finanziario abilitato, per l’Italia si tratta di Monte Titoli Spa-Euronext Securities Milano.
La disciplina relativa alla dematerializzazione è stata introdotta nell'ordinamento italiano nel 1998 con il D.Lgs. 213.
Lo scopo di questo processo è quello di facilitare il trasferimento dei titoli rispetto a quelli cartacei, delegando in più la custodia e la gestione degli stessi a degli intermediari finanziari.
Quali sono le motivazioni che portano una società a servirsi di questo strumento, qualora non ci sia obbligo di farlo?
Quali sono invece i vantaggi a cui un investitore accede se la società oggetto del proprio investimento ha i titoli dematerializzati?
La dematerializzazione volontaria ad oggi è possibile a tutte le SpA, anche se non quotate e non soggette a obblighi regolamentari.
È possibile quindi anche per un offerente su Mamacrowd, purché si tratti di una SpA, optare per questa modalità.
Ad eccezione delle quote di Srl (anche se su questo argomento sono attese novità a breve), tutti gli strumenti finanziari possono essere dematerializzati. Ad esempio la negoziazione sui mercati di Borsa Italiana di azioni o obbligazioni avviene esclusivamente in forma dematerializzata, senza alcun “passaggio fisico” di certificati cartacei. Di conseguenza una società che vuole quotarsi in Borsa dovrà necessariamente dematerializzare i propri titoli prima.
In Italia l’attore principale è Euronext Securities Milan (Monte Titoli S.p.A.), che svolge le funzioni di depositario centrale di strumenti finanziari dematerializzati, sotto la vigilanza della Banca d'Italia e di Consob. Una SpA, dopo aver aperto un conto emittenti, può decidere se operare autonomamente con il depositario centrale o avvalersi di una società terza specializzata nel settore, che possa assisterla nella gestione e nell’adempimento di tutte le attività societarie annesse.
L’unico requisito tecnico per accedere a una campagna con titoli dematerializzati è il possesso di un conto deposito titoli, presso una qualsiasi banca.
Si tratta di un mezzo attraverso il quale la banca custodisce e gestisce gli strumenti finanziari di proprietà del cliente in questione.
L’apertura di un conto deposito titoli richiede poco tempo e può essere fatta da chiunque, anche se si è al primo investimento. Basta la sottoscrizione di un contratto ad hoc e l’associazione a un conto corrente su cui verranno accreditati e/o addebitati i rendimenti e le spese inerenti i titoli posseduti. E’ possibile aprire più conti deposito titoli, presso varie banche, e fare ricorso ad essi per qualsiasi tipologia di transazione finanziaria sul mercato borsistico e per operazioni di equity crowdfunding.
Potete riconoscere una raccolta con regime di dematerializzazione grazie all' etichetta CDT (conto deposito titoli), presente nella barra in alto in ciascuna campagna. In quel caso sarà quindi necessario avere un Conto Deposito Titoli per investire. Dopo aver investito cosa succede ai Titoli sottoscritti? L’emissione e il trasferimento saranno gestiti dall’azienda in campagna, in seguito potrai vedere i titoli sottoscritti nel tuo Conto Deposito Titoli, oltre che all’interno del tuo portafoglio Mamacrowd.
Sono in corso discussioni tra gli operatori del settore per cui in futuro anche le SRL possano dematerializzare le proprie quote societarie.
Sia le aziende che i propri investitori sarebbero avvantaggiati da questa modalità che agevola lo scambio delle quote, evitando passaggi burocratici e costi notarili.
La dematerializzazione dei titoli darebbe un grosso impulso al mondo del non quotato, all’economia reale e all’equity crowdfunding, aprendo le porte al mercato secondario delle quote.
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