12 dicembre 2016
INVESTIMENTI IN STARTUP
EQUITY CROWDFUNDING
SGRAVI FISCALI
La crisi di governo italiana è su tutti i principali quotidiani: tra i suoi effetti, c'è stata anche l'accelerazione dell'approvazione di alcune manovre, tra cui la Legge di Bilancio, approvata dal senato il 7 dicembre scorso.
La legge di Bilancio comprende molte delle misure del piano Industria 4.0 che era stato presentato a Milano a settembre 2016 dagli allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Le modifiche apportate vanno nella direzione di supporto all'economia reale, soprattutto grazie alla semplificazione e defiscalizzazione degli investimenti in aziende non quotate.
Ecco i passaggi più interessanti che riguardano in modo diretto gli investimenti in startup innovative.
Più benefici fiscali per gli investitori: Le agevolazioni per chi investe in startup come persona fisica aumentano dall'attuale 19% al 30%. Stessa nuova percentuale per le persone giuridiche: salita al 30% la precedente agevolazione del 20%. I nuovi vantaggi, previa autorizzazione della Commissione Europea, entreranno in vigore dal 1° gennaio 2017. Chi nel 2016 ha già investito nelle startup innovative della nostra piattaforma potrà già godere di tali benifici, così come chi investirà da oggi in una o più campagne, attive nel 2017.
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Più aziende in equity crowdfunding: Non saranno più solo startup e PMI innovative a poter usufruire dell'equità crowdfunding, ma anche le PMI non innovative. Come riporta Fabio Allegreni di Crowdfunding Buzz le PMI dovranno essere necessariamente costituite come SpA (non essendo stato derogato l'art. 2468 del codice civile, che impedisce alle Srl di offrire quote al pubblico). Aumenterà quindi in modo esponenziale il numero di aziende che potranno usufruire dello strumento dell'equity crowdfunding per offrire le proprie quote al pubblico.
Esenzione fiscale sul capital gain: I privati possono sottoscrivere un PIR (Piano Individuale di Risparmio) fino a 30.000 euro annui di cui almeno il 21% in società non quotate. Il capital gain eventualmente derivante è esentasse (contro il 26% precedente). Gli investitori istituzionali (fondi pensione, casse previdenziali) possono dedicare fino al 5% dei loro asset in società non quotate o in OICR (Organismi di investimento collettivo del risparmio) che investono in tali società. Anche in questo caso, il capital gain è detassato. I fondi di Venture Capital hanno anch'essi diritto all'esenzione fiscale sul Capital Gain, se il 70% degli investimenti a lungo termine viene allocato in società "made in Italy" non quotate.
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Investimenti agevolati per le società. Un'azienda quotata in borsa può acquistare le perdite di una startup, se ne possiede almeno il 20%, e dedurle dal proprio bilancio: l'acquisto infatti è defiscalizzato.
Nuovi fondi di investimento. La cassa depositi e prestiti, i fondi previdenziali e l'Inail possono dare vita a nuovi fondi di investimento dedicate a startup early stage.
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